
Come ci spostiamo in città? Come sta cambiando la mobilità urbana? A dircelo è Focus2R. L’osservatorio promosso da Legambiente e Ancma in collaborazione con Ambiente Italia ha intervistato un centinaio di comuni italiani per stilare un report che descriva le profonde mutazioni nel modo e nelle modalità di spostarsi in città.
Oltre ai dati assoluti, lo studio ha individuato alcuni trend particolarmente importanti. Primo su tutti è l’incremento nell’utilizzo dei mezzi due ruote: nel 2019 (ultimi dati pre-Covid) era solo il 3,3% della popolazione che sceglieva di spostarsi in bici o in monopattino. Nel primo semestre 2022 si è arrivati al 4,7%. L’aumento è stato maggiore per gli utilizzatori di moto e scooter che, nello stesso periodo, sono cresciuti dal 2,6% al 4,7%. I motivi sono da ricercare anche nella pandemia e nella paura di affollarsi sui mezzi pubblici.
Quest’ultima, però, ha fatto aumentare anche chi si sposta in auto: prima della pandemia era il 63,5% mentre nel 2022 il 65%. Un dato che con il normalizzarsi della situazione medica dovrebbe ricominciare a scendere.
Dallo studio appare chiaro che, a favorire l’impiego di mezzi alternativi all’auto, è la somma di un insieme di facilitazioni che i comuni possono mettere in campo aumentando gli elementi d’incentivazione alla mobilità alternativa. Solo nel 58% dei municipi, per esempio, è consentito il trasporto delle biciclette sui mezzi pubblici e nel 26% solo se bici pieghevoli.
Questo ovviamente è un limite all’intermodalità degli spostamenti, in particolare per i pendolari. Migliora la situazione per le postazioni di interscambio: il 76% dei comuni intervistati ne hanno allestita almeno una e nel 60% dei casi sono collocate nei pressi di una stazione ferroviaria. Il fattore furti è infatti uno dei principali disincentivi all’utilizzo della bici.
Sharing
I dati sullo sharing nel 2021 segnano un aumento enorme rispetto all’anno precedente. Tutti i servizi di condivisione legati ad auto, scooter, bici e monopattini hanno fatto registrare un +61% rispetto al 2020 e un +25% rispetto al 2019. Insieme alla richiesta è aumentata anche l’offerta: il parco mezzi è arrivato a 89.000 unità (+5% rispetto al 2020). Scendendo nel dettaglio: i veicoli più diffusi sono i monopattini (52%), seguiti da bici (31%), scooter (11%) e auto (7%). Nel 2021 i monopattini da soli hanno registrato la metà dei noleggi totali, ben 17,8 milioni, il doppio dell’anno precedente.
Geograficamente i servizi di sharing sono piuttosto concentrati. Se si sommano le flotte di Milano, Torino, Bologna, Firenze e Padova si raggiunge il 71% del totale nazionale. Nel capoluogo lombardo sono disponibili quasi 17.000 veicoli in condivisione. Aumentano quindi i mezzi in condivisione e i noleggi, mentre cala costantemente il numero di comuni con almeno un servizio di bikesharing, dal 61% del 2015 al 51% del 2021.
Moto e scooter
Passando alle due ruote a motore, la situazione numericamente rimane sostanzialmente immutata, con un +0,95% di immatricolazioni in più nel 2021 rispetto al 2020 e una media di motocicli ogni 100 abitanti stabile intorno alle 13 unità. Di tutt’altro rilievo sono i numeri che riguardano i veicoli elettrici. Nel 2022 sono stati venduti 23.383 veicoli (+59% rispetto al 2021), di cui 540 moto (+7,5%), 9.896 scooter (+57%), 5.904 ciclomotori (+53%) e 7.043 quadricicli (+74%).
Oltre alle abitudini di acquisto, dai dati del report emergono con chiarezza anche le politiche che i diversi comuni stanno attuando per favorire la mobilità su due ruote. Il 55% delle amministrazioni consente l’accesso di moto e scooter nelle ZTL (un ulteriore 13% solo a quelle con motorizzazione Euro2 o successiva).
Ancora più determinante è la possibilità di circolare sulle corsie riservate ai mezzi pubblici. Nell’89% dei casi, però, i mezzi a due ruote non possono utilizzare le preferenziali. Questo è un ambito nel quale il margine di miglioramento è davvero molto elevato, anche se purtroppo il trend è negativo.
Se la circolazione è una criticità del commuting, una volta arrivati a destinazione bisogna fare i conti con il parcheggio. Tra i comuni intervistati, in sette casi si registra meno di un parcheggio ogni 1.000 abitanti; in 40 ci sono da uno a 15 parcheggi/1.000 abitanti; in sei da 15 a 40 e in quattro casi addirittura più di 40 ogni 1.000 abitanti. Sul fronte incidentalità invece, la metà delle amministrazioni non considera come prioritario il miglioramento della sicurezza per le due ruote a motore, mentre per l’8% è una priorità molto alta.
In conclusione, il report Focus2R mostra come l’accelerazione verso forme alternative di mobilità impressa dalla pandemia ha generato un’onda virtuosa che fortunatamente non accenna a calare. I comuni, in molti casi, stanno continuando a lavorare per favorire i cittadini che scelgono di lasciare in garage l’auto e salire in sella a una bici o a uno scooter.