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La Ducati MotoE in pista per la prima volta a Misano 1

Non si arrabbino gli altri grandi e prestigiosi marchi italiani, ma quando si pensa alla passione moto e alle competizioni su due ruote… beh, viene in mente per prima Ducati. Velocità, prestazioni e gare che si traducono in odori e rumori: quelli dei gas di scarico e quelli assordanti delle moto al limitatore. Ducati è l’incarnazione meccanica della moto sportiva, impacchettata in un bel rosso fiammante.

Ma Ducati è anche innovazione e ricerca di avanguardia. Innovazione e futuro che nella mobilità – oggi – non possono prescindere dall’elettrico. E di fronte a questa sfida, la casa di Borgo Panigale ha messo sul piatto esperienza e tradizione e ha rilanciato partendo dall’Everest delle due ruote: il Motomondiale. Da quest’anno infatti sarà il fornitore unico del campionato MotoE. La V21L scatterà al via il 14 maggio, quando si spegneranno le luci del semaforo di Le Mans. C’è tanta attesa e moltissima curiosità. Ducati infatti raccoglie il testimone di Energica ed è implicitamente chiamata a superare quanto fatto dalla casa modenese.

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Ma, oltre le competizioni, l’attesa, quella vera, quella più pruriginosa è intorno a un altro punto di domanda: quando vedremo la prima Ducati elettrica stradale? C’è la MotoE – viene da pensare – è già fatta: pronta. Sarà questione di poco, qualche mese al massimo… E invece no! L’ennesima doccia fredda arriva dagli Stati Uniti, le parole di Jason Chinnock, ad Ducati nord America, sono tranchant e non lasciano spazio all’interpretazione: “Non c’è nessuna elettrica in sviluppo”. 

Anche se ci fosse, non sarebbe di certo da oltre oceano che arriverebbe la conferma, ma questa smentita qualcosa lo rivela ugualmente. Si può infatti dedurre (sempre con l’obbligo del condizionale) che non vedremo presto, forse addirittura per anni, una Ducati elettrica per uso stradale. Il motivo è lo stesso Chinnock a spiegarlo durante l’intervista rilasciata a Bloomberg: “C’è bisogno che la tecnologia delle batterie si evolva”.

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Il problema è infatti quello di raggiungere un giusto equilibrio tra tre fattori: prestazioni della moto, peso della batteria e autonomia. Con l’attuale tecnologia, per avere prestazioni e autonomia comparabili a una moto termica, dovremmo impiegare pacchi batterie pesantissimi e molto ingombranti; soluzione impraticabile in una sportiva. L’alternativa è ridurre le prestazioni e accontentarsi di autonomie intorno ai 150-200 km. Anche in questi casi però si andrebbe a diluire l’anima Ducati fino a snaturarla completamente.

Quella di Borgo Panigale non è una porta in faccia all’elettrico, ma una dimostrazione che bisogna solo pazientare affinchè la tecnologia delle batterie faccia un altro passo avanti. “Una volta che le batterie si saranno evolute – ha spiegato Chinnock -, allora potremo iniziare a concentrarci su altri aspetti”.

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