
L’azienda estone Ampler ha provato a rispondere a questa domanda analizzando il ciclo di vita
di una propria eBike, con l’obiettivo di lanciare un messaggio a tutta l’industria
Materie prime, lavorazione, assemblaggio, trasporto, utilizzo, fine corsa. Sono le fasi che caratterizzano il ciclo di vita di un qualsiasi prodotto che ci circonda. Ampler ha deciso di analizzare quello di una propria bici elettrica realizzata nel proprio stabilimento di Tallinn, in Estonia, avendo in mente tre obiettivi principali: conoscere a fondo l’impatto ambientale della produzione di una bici; aiutare il proprio team di lavoro a prendere delle scelte più ecologiche e fornire informazioni trasparenti e credibili sull’impronta carbonica lasciata da una bici al resto dell’industria ciclistica.
Ampler ha effettuato la sua Life Cycle Assessment (LCA) sul modello di eBike Stellar, prendendo in considerazione un trasporto piuttosto comune per l’azienda: dalla fabbrica in Estonia a un cliente con sede a Berlino.
L’analisi si è sviluppata lungo tre direttrici: le emissioni di CO2-eq*, le risorse minerarie utilizzate e l’impatto sulla tossicità delle acque marine. In base alle valutazioni finali, i gas serra rilasciati sono stati pari a 815 kg. I fattori principali di questo risultato sono stati due: la produzione dei componenti e l’uso della bici. Quest’ultima impatta per il 54% sul totale per via dell’elettricità usata per la ricarica della batteria (Ampler fa fede al mix energetico di fonti usato in Germania) e per la produzione di pezzi di ricambio.
Nella costruzione iniziale della bici, invece, il telaio ha l’impatto maggiore rispetto alle altre parti. Il trasporto di tutti i componenti necessari alla fabbrica dell’azienda pesa per il 12%. La consegna al retailer tedesco vale il 6% e a tal proposito Ampler riconosce che un’eventuale spedizione aerea avrebbe aumentato di gran lunga le emissioni nella LCA. Il maggior consumo di risorse minerarie, invece, deriva perlopiù dalla produzione di componenti come batteria, motore e caricabatteria, per i quali servono bauxite, ferro-nichel e ferro necessari per alluminio e acciaio.
Gli impatti più negativi in assoluto sull’ambiente, tuttavia, riguardano la terza categoria presa in esame: la tossicità delle acque. Nel normalizzare i tre parametri oggetto di studio, mettendo quindi le metriche utilizzate “sullo stesso piano”, è emerso che le sostanze chimiche nocive riversate negli ecosistemi marini causano gli effetti più dannosi tra tutti quelli presi in considerazione nella LCA. I processi più inquinanti nello specifico sono la produzione di batterie (di cui il principale colpevole è l’estrazione del rame), l’incenerimento dei rottami di rame e degli pneumatici a fine vita, in cui lo zinco ha un ruolo rilevante. Questi tre aspetti pesano per il 74% sul totale delle cause legate all’inquinamento delle acque marine.
Come diminuire le emissioni?
Dopo aver identificato i punti critici, l’azienda estone ha preso in considerazione alcune possibili soluzioni alternative per ridurre le emissioni di gas serra.
• Se in Germania (il luogo di utilizzo dell’eBike analizzata) venisse sfruttata energia solare al posto del mix tedesco medio che impiega anche combustibili fossili per la ricarica della bici, secondo Ampler ci sarebbe un taglio del 12% di gas serra.
• Allo stesso modo, in fase di assemblaggio, l’utilizzo di energie rinnovabili in Estonia ridurrebbe le emissioni di CO2-eq del 2-3%.
• Un altro tema sollevato è quello del reshoring. Producendo l’alluminio per il telaio in Europa, gli indicatori di CO2 e tossicità delle acque marine calerebbero rispettivamente di 30 e 3 kg.
• Se per la logistica in entrata delle parti più pesanti come telaio, motore e batteria venisse utilizzato un trasporto multimodale (aereo e treno) invece del solo trasporto aereo, la CO2-eq emessa diminuirebbe del 3-4%. Scegliere delle modalità di spedizione più rispettose dell’ambiente per la maggior parte dei componenti potrebbe modificare in modo significativo l’impronta di carbonio complessiva di Ampler.
Cosa può fare il consumatore?
La LCA si sofferma principalmente sugli impatti dell’azienda estone e su tutto quello che rientra nella sua sfera di controllo. Ampler, tuttavia, prova anche a offrire alcuni suggerimenti ai consumatori potenzialmente interessati a compiere delle scelte di mobilità responsabile.
Considerando un ciclo di vita di 40.000 km di una bici, ciascun utente potrebbe generare circa 95 kg in meno di CO2 se si utilizzasse energia solare invece del mix energetico tedesco. Un dato che equivarrebbe al 12% del totale delle emissioni. Chi possiede un’eBike, inoltre, avrebbe l’occasione di non utilizzare un’auto con motore endotermico perlomeno per spostamenti brevi fino a 10 km. Scegliendo un mezzo come la Stellar per questi tipi di tragitti, le emissioni di CO2 per km percorso calerebbero dai 44,63 di un veicolo medio ai 2,6 grammi del modello di Ampler.
L’azienda estone ritiene dunque essenziale il coinvolgimento dell’utenza nel cercare soluzioni comuni per il futuro, pur essendo consapevole del fatto che non può cambiarne in massa abitudini e stili di vita. Se l’obiettivo di Ampler è quello di offrire un input concreto affinché si studino soluzioni ecologiche concrete, il vero target di quest’analisi non può che essere principalmente la bike industry nel suo complesso. Chi raccoglierà questo messaggio?
*La CO2 equivalente (CO2-eq) è un’unità di misura che esprime in modo uniforme l’impatto dei diversi gas serra in termini di quantità di CO2 . In questo modo, è possibile calcolare con un unico valore quello che una singola attività causerebbe con le emissioni di più gas, che non contribuiscono in egual misura all’effetto serra e rimangono nell’atmosfera per periodi diversi.
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