
Con Ancma vogliamo portare l’attenzione su una problematica che sembra essere sempre più rilevante. Parliamo del fenomeno di elaborazione dei motori o “tampering” e di come, in realtà, porti con sé più problemi che vantaggi
Parlando di manomissione delle eBike, l’industria si è mossa prima degli enti normatori. Ancma come associazione fece le prime denunce già 12 anni fa di casi eclatanti in cui erano stati segnalati degli interventi importanti in tal senso. Come primi provvedimenti in merito, ebbero un bell’effetto perché in quegli anni perseverava un discorso di ignoranza completa nei confronti della materia. Pertanto, si viveva in una specie di far west, anche prescrittivo. La scarsa conoscenza delle regole e dei prodotti fece sì che quelle denunce servirono anche per sensibilizzare produttori e importatori.
Oggi sembra difficile che un negoziante possa imbarcarsi nell’avventura di manomettere o truccare una bici elettrica, perché sa benissimo che alle spalle ci sono aziende che non gli riconoscerebbero nulla in termini di garanzia. Senza parlare della figura poco professionale che farebbe anche con il proprio cliente. In caso si presentasse una situazione di questo tipo, molto probabilmente parleremmo di casi in cui vi è una totale connivenza con chi acquista la bici. Anche in una circostanza del genere il negoziante non sarebbe comunque scusato, ma necessariamente si sarà premurato di avvertire il cliente delle problematiche inerenti a un comportamento di questo tipo, compreso il decadere di ogni garanzia.
Quando negli anni passati si usava truccare i motorini, la situazione era pressappoco la stessa. Tutti sapevano di star facendo una cosa contro la legge, ma si trattava comunque di ciclomotori e non di bici. Questa situazione si prospetta ora in modo preoccupante ad esempio con i rider che consegnano il cibo a domicilio: la quasi totalità di questi non pedalano e vanno fortissimo con delle eBike completamente fuori controllo e oltre la legge. Il tampering viene fatto per aumentare le prestazioni, o per introdurre un acceleratore manuale che permetta di utilizzare la bici anche senza pedalare, trasformandola di fatto in un ciclomotore. Con queste modifiche si possono raggiungere velocità molto rilevanti, anche intorno ai 60 km/h. La manomissione è elettronica, avviene tramite dei software che si collegano al display della bici che agisce poi sull’hardware del motore e ne modifica i dati limite di velocità e di potenza.
Queste manovre compromettono il funzionamento delle eBike, che sono studiate e progettate per lavorare (con la dovuta ridondanza) all’interno delle disposizioni di legge. Pertanto, il mezzo elaborato avrà presumibilmente freni, ruote e componentistica in generale sottodimensionati rispetto alle prestazioni che raggiungono post modifiche. Inoltre, le batterie saranno tra le componenti più in sofferenza, visto il grande afflusso d’energia. Esse sicuramente dureranno meno in termine di chilometraggio e resilienza nel tempo dei cicli di ricarica e saranno sottoposte a stress che potrebbero inficiare le caratteristiche di sicurezza.
Per contrastare queste problematiche, le associazioni di categoria (Ancma e Conebi) sono fra i promotori di una modifica alla norma tecnica, valida in tutta Europa, N° 15-194 sul tampering di una bici a pedalata assistita. Un controllo di questo tipo, prima non era previsto: sono state sempre le case produttrici a chiedere, con le armi a loro disposizione, che le norme fossero rispettate. I brand si sono impegnati inoltre a “blindare” i software, in modo che la bici smetta di funzionare in caso di manomissione.
… E I PRODUTTORI COSA DICONO?
Ma vediamo cosa ne pensano i principali produttori sui mercati internazionali. Secondo Shimano, la manomissione può causare danni all’unità di trasmissione e ad altri componenti. Gli atti di tampering rendono invalida qualsiasi richiesta di garanzia, poiché la bicicletta e la sua componentistica sono utilizzate in modo improprio e in condizioni che esulano dalle specifiche progettuali. Shimano si impegna a garantire che i prodotti siano utilizzati in modo sicuro richiedendo alle case produttrici di montare un’unità di trasmissione conforme agli standard di qualità nazionali e regionali.
Gli atti di manomissione ed eventuali usi impropri possono violare tali standard e invalidare la garanzia sui componenti e la bicicletta stessa. Se viene rilevata una manomissione del sistema, la riparazione di eventuali danni causati e i relativi costi considerevoli sono a carico dell’utente. In alcuni casi potrebbe non essere possibile riparare i danni causati dal tampering. I sistemi Shimano Steps dispongono di un sensore che individua eventuali atti di manomissione e visualizza il codice di errore E295 in caso di rilevamento.
Per Bosch eBike System, dal punto di vista legale, le pedelec (o ePac) con un supporto fino a 25 km/h e una potenza continua nominale del motore massima di 250 Watt vengono trattate come una bicicletta. I proprietari non necessitano né di un’assicurazione aggiuntiva, né di una targa o di una patente, e possono percorrere le piste ciclabili e i sentieri nei boschi.
Mantenere questo stato giova a tutti, poiché si può godere degli stessi diritti e delle stesse libertà dei proprietari di bici classiche. Il tuning delle elettriche mette in pericolo questa situazione: i kit di tuning o altre manipolazioni possono infatti danneggiare il sistema di trazione e le ruote. In caso di incidenti riconducibili al tampering vi è il rischio di dover corrispondere risarcimenti elevati e di eventuale perseguibilità penale. Inoltre, sussiste il pericolo di perdere il diritto alla garanzia.
di Gabriele Vazzola
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