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Sharing mobility: l'istantanea delle 100 principali città europee

Fluctuo, aggregatore di dati sui servizi in condivisione, ha pubblicato per il terzo anno un report che mostra i trend di un settore che, nonostante diverse difficoltà, rimane in crescita

Come è uscito il settore della sharing mobility dal 2022? Un anno, come abbiamo avuto modo di dire più volte, contraddistinto da diverse difficoltà globali di approvvigionamento, inflazione, aumento dei prezzi dell’energia e incertezza economica che hanno coinvolto l’intera filiera. Dodici mesi che potevano mettere in ginocchio il settore, che invece possiamo dire ha resistito e anzi si è rilanciato.

UN ANNO DI CONTRASTI
Nel corso del 2022 sono stati lanciati quasi 200 nuovi servizi (850.000 veicoli condivisi in tutto il continente), contribuendo a un record di 550 milioni di viaggi in tutta Europa, con una media di 1.5 milioni spostamenti al giorno. Nonostante i dati importanti, il futuro del settore rimane incerto. L’enorme afflusso di capitali tra il 2018 e il 2021 ha permesso agli operatori di sharing mobility di espandersi rapidamente in nuovi mercati e mettere da parte le preoccupazioni di sostenibilità economica. Il 2022 è però stato contraddistinto da diverse problematiche a livello finanziario e geopolitico, come l’invasione dell’Ucraina e la recessione economica. Anche a causa di questi aspetti ben 93 servizi in sharing sono stati messi in pausa o addirittura interrotti. Inoltre, diversi operatori sono stati acquisiti o sono stati oggetto di fusioni. Allo stesso tempo, le città hanno iniziato a esprimere le loro preoccupazioni sulla sicurezza e l’occupazione dello spazio pubblico: nell’aprile 2023 per esempio, i parigini hanno deciso con un referendum di mettere fine all’utilizzo degli eScooter condivisi nel capoluogo francese. Una decisione che potrebbe avere implicazioni anche Oltralpe.

Bisogna ammettere che si sta entrando in un momento affascinante per il settore: gli operatori stanno cercando di consolidare i loro mercati attuali (redditizi) e tagliare i costi ove possibile. Le città, d’altra parte, si stanno avvicinando all’idea che questi servizi siano essenziali per ridurre l’uso delle auto private, ma rimangono titubanti sulla sicurezza. Le pubbliche amministrazioni devono poter offrire agli operatori condizioni ottimali per gestire servizi economicamente sostenibili per molti anni a venire. Nonostante i limiti del parco veicoli, si dovrebbe consentire ai player di avvicinarsi all’obiettivo finale: ovvero offrire servizi finanziariamente e ambientalmente sostenibili.
Tante città si stanno “rimodellando” con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra e diventare più sicure e user friendly. Ciò che rallenta ancora il settore è però la percezione della sicurezza nei grandi centri urbani, fattore che più di tutti influenza la decisione di utilizzare una bici o uno scooter. I dati raccolti da Fluctuo mostrano che nelle metropoli con maggiori infrastrutture ciclabili le persone sono senza dubbio più propense a utilizzare biciclette, scooter e monopattini in condivisione. Il futuro della sharing mobility quindi, mai come ora, passa dalle decisioni delle pubbliche amministrazioni.

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BIKE SHARING SENZA FRENI
L’European Shared Mobility Index si sofferma sulla quota di bici legate alla mobilità condivisa nelle diverse realtà europee. La crescita dei servizi di bike sharing è continuata nel 2022 (+34% rispetto al 2021) e il comparto continua a essere in testa rispetto agli altri mezzi di micromobilità come numero di chilometri totali percorsi. Quello che è emerso nello scorso anno è che gli operatori e i produttori hanno deciso di investire nella ricerca e nello sviluppo per offrire veicoli con sempre più autonomia e con elementi di maggiore sostenibilità. Per fare un esempio, il marchio Lime ha lanciato a Milano la sua bicicletta a pedalata assistita di ultima generazione, la Gen4, mettendo a disposizione una flotta di 2.000 eBike, a complemento dei 750 monopattini già presenti nel capoluogo lombardo.

MONOPATTINI: NONOSTANTE LE RESTRIZIONI, ANCORA IN CRESCITA
Anche per i monopattini in sharing il 2022 è stato un anno molto positivo, soprattutto grazie al forte slancio durante la stagione estiva con giornate calde e soleggiate. A livello europeo alla fine del 2022 le flotte hanno quasi raggiunto quota 600.000 veicoli. Fatta eccezione per i pochi mercati in cui sono stati “banditi”, gli eScooter hanno avuto successo ovunque in Europa (+46% rispetto al 2021). Indipendentemente dalla cultura e dalla morfologia dei centri urbani, questi veicoli continuano a crescere. Nel tentativo di costruire monopattini più sicuri, convenienti e sostenibili, i player del settore li stanno attrezzando con ruote anteriori più grandi, display per dare feedback continui sulle restrizioni delle zone cittadine e con sistemi avanzati di assistenza alla guida. Tuttavia, in questo fiorente quadro, tanti attori hanno dovuto ritirarsi da mercati significativi a causa di costi di gestione alti e per alcune limitazioni imposte dalle amministrazioni comunali.


di Davide L. Bertagna

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