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Un negozio dedicato a chi ama impreziosire la propria bici con il dettaglio ricercato, accolto sotto consiglio del proprio specializzato di fiducia. Ma dedicato anche a chi delle due ruote non ne ha voluto sentire parlare finché non è scoppiato il colpo di fulmine e ora non sa da dove partire. Paolo Spinozzi ha iniziato a progettare uno store per la città di Roma che fosse un nuovo spazio urbano per veterani e neo-appassionati della bici ben 20 anni fa, ma è diventato realtà solo nel 2013 alla vista della prima, modernissima, rivoluzionaria bici elettrica: la soluzione perfetta che permette a chiunque di viaggiare in sicurezza, velocemente, nel pieno delle proprie possibilità. Gli abbiamo chiesto le sue impressioni su questi primi 10 anni di Bicificio Dinamo.

Paolo Spinozzi titolare

Quando è nato il negozio e da chi è partita l’idea?

Abbiamo aperto il negozio tra fine aprile e inizio maggio del 2013, esattamente 10 anni fa. Da poco abbiamo infatti festeggiato il primo decennale della nostra attività. L’idea in realtà era in gestazione da tempo: io mi occupavo di altro, ma nutrivo una profonda passione per le biciclette e sapevo che, prima o poi, ne avrei fatto il mio lavoro. Già dal 2000/2001 e con la crisi in corso mi ero ormai reso conto che le bici stavano subendo un periodo di “rinascimento”, di riscoperta. La scintilla che mi ha spinto poi ad aprire uno spazio moderno per le due ruote è stato l’incontro casuale con la prima eBike. Oltretutto, da ciclista muscolare. Al posto di cedere alla diffidenza, mi è sembrato un modo rivoluzionario di cambiare le città. A partire da quel momento ho incontrato varie persone che sembravano intenzionate ad aprire il negozio con me, salvo poi tirarsi indietro. Alla fine sono partito da solo, e da allora sono rimasto l’unico titolare. Posso comunque contare su alcuni collaboratori, ed è soprattutto grazie a loro se questi 10 anni sono stati così belli e pieni di emozioni.

Quanto occupa la parte di officina nel vostro store?

L’officina è il cuore del negozio: trovo che averne una adeguata, all’avanguardia, professionale e di alto livello sia imprescindibile per chi vuole fare un’attività come questa. Anche perché poi diventa impossibile prendersi cura di una bici venduta a un cliente.

“Bicificio” implica una certa attenzione nei confronti dei prodotti che trattate. Come declinate questa filosofia nel quotidiano del negozio?

Il nome “Bicificio” si lega all’idea e al desiderio di ricreare uno spazio urbano dedicato non tanto a chi aveva la possibilità di andare in bicicletta e già la conosceva bene, bensì per tutto il sottobosco di coloro che avevano “dimenticato” la sua esistenza, tra chi – seppur giovane – non la considerava un’opzione di mobilità urbana, e chi l’aveva abbandonata consapevolmente. È un nome inteso a creare un nuovo mercato di utenti bici, pescandoli dal bacino di coloro che non sono soliti al suo utilizzo quotidiano per trasformarli in ciclisti e appassionati. Poi, certo, c’è una parte di ricerca e selezione che determina la qualità dei prodotti in negozio: tutto ciò che abbiamo scelto lo utilizzeremmo anche noi. Una cernita che inevitabilmente definisce la filosofia della nostra offerta.

Qual è il vostro cliente tipo? Riuscite ad avere un raggio d’azione per tutta la città?

Grazie alla nostra esperienza decennale, il passaparola che si è ricreato in questi anni e l’affidabilità dimostrata sia dal punto di vista commerciale che tecnico riusciamo ad attirare utenti da tutta Roma. E senza vendere online, che non consideriamo il nostro mercato. Il nostro è un lavoro molto legato al contatto e ci piace che sia così. Lo prediligo di gran lunga a una vendita in più fatta su un sito, così come vendere prodotti di cui sono certo piuttosto che inserirne in catalogo alcuni forte commercialmente ma che non reputo adeguati. Il fascino di in un negozio di bici secondo me è un’emozione impagabile che nessuna vendita online potrà mai eguagliare, tantomeno battere. Ed è una filosofia che si è dimostrata vincente, perché anche senza un supporto digitale alla vendita riusciamo lo stesso ad attirare clienti da tutta la città. Ci fa gioco anche la centralità della nostra zona, per cui il 60% dei clienti proviene dai cinque quartieri (molto grossi e popolati) che compongono la nostra area di diretta influenza. Nel corso degli anni, inoltre, ci siamo focalizzati su prodotti specifici e in un certo senso rivoluzionari, per cui non era raro che le persone venissero apposta da noi per procurarseli.

Roma è una città di certo molto trafficata e con una viabilità unica nel suo genere. Trovate che la bici muscolare o elettrica possa essere la risposta all’ingorgo urbano?

Sicuramente la bici in ogni sua forma è una concreta opzione di mobilità. A mio giudizio, lo è più una elettrica perché copre un range molto più ampio sia di utilizzatori sia di zone, consentendo quindi a una tipologia di utenti molto più diversificata – che va dal ragazzo molto giovane a una persona anziana – di muoversi in un’area decisamente più vasta con un grado di sicurezza molto superiore. Tra la muscolare e l’assistita, abbiamo notato un cambio di direzione netto verso la seconda. Poi, è ovvio, ci mancano le infrastrutture, su questo non c’è alcun dubbio. Mi è capitato di assistere alla costruzione di una ciclabile in un quartiere distante qualche chilometro dal negozio, in una zona neanche così centrale in città. Questa rivisitazione urbana ha cambiato completamente il rapporto degli abitanti dell’area con la loro bicicletta. Sembra una banalità, ma lo abbiamo percepito anche noi in prima persona: sebbene non fossimo esattamente vicini alla nuova ciclabile, abbiamo comunque ricevuto richieste di nuove bici provenienti dagli abitanti dell’area. L’infrastruttura, va da sé, è necessaria. Ovviamente una città come Roma non potrà essere mai eguagliabile a una Copenaghen, tuttavia ci sono molti interventi che si possono fare per migliorarla. E la bici, in particolare l’elettrica, può essere un’alternativa concreta.

E le cargo? Pensate che la capitale sia pronta ad accoglierle?

La reputo quasi una cosa “superata”, soprattutto se si parla a livello più europeo che prettamente italiano. La mia idea iniziale era addirittura quella di aprire un negozio dedicato solamente alle cargo bike, ed effettivamente a oggi ci occupiamo soprattutto di questo segmento. Lo considero un mezzo molto attuale, che non ha bisogno di ulteriori sviluppi perché già ben integrato nell’area urbana per il trasporto sia di persone sia, in particolare, di merci e prodotti.

Avete dei progetti per il futuro?

Abbiamo in cantiere due progetti che ci portiamo dietro da quando abbiamo aperto e che aspettiamo di concretizzare per questioni di consolidamento dell’attività. Uno è legato al lato escursionistico della bici, una nuova “experience” del turismo per far esplorare ai clienti non solo l’area urbana, ma anche le zone circostanti. L’altro è aprire una divisione focalizzata su un mercato specifico. Sono entrambe proposte molto importanti che non vediamo l’ora di realizzare.

SCHEDA NEGOZIO

Indirizzo: Piazza della Marina, 15, 00196 Roma RM

Telefono: 06.31056238 / 333.2123422

Mail: info@bicificiodinamo.it

Sito: bicificiodinamo.com

Facebook: Bicificio Dinamo

Instagram: @bicificiodinamo

Numero titolari: 1

Numero dipendenti: 4

Grandezza negozio mq: 170 mq + 170 mq di magazzino

Grandezza officina mq: 40 mq + 30 mq magazzino

Servizi offerti: assistenza, consulenza, vendita, riparazioni

Marchi: Genesis, Haibike, Ibis, Olmo, Puky, Riese & Müller, Surly, Tern, Winora, Woom

Marchi accessori: Abus, Basil, Brooks, Giro, Klickfix, Kryptonite, Lezyne, Nuitcase, Ortlieb, Schwalbe, Topeak

 

di Benedetta Bruni